La Stazione
di Marco "Alrik" Pirola



La guerra contro il Dominio stava richiedendo più risorse di quanto la Federazione avesse potuto immaginare, Sisko fissava sullo schermo l'ennesimo attacco portato dai Jem'Hadar al campo minato che impediva loro di entrare nel tunnel spaziale e avere rifornimenti dell'enzima isogenico di cui tanto avevano bisogno. "Questo attacco sarà respinto" pensò il capitano della stazione senza entusiasmo, "ma il prossimo?". Si girò di scatto verso la sua scrivania e rilesse il messaggio appena ricevuto dalla Flotta Stellare, aveva richiesto altre dieci navi di supporto, gliene erano state mandate tre. Tutti i cantieri della Federazione erano funzionanti, ma il ritmo con cui le navi venivano distrutte era troppo elevato; per un po' si era potuto rimpiazzare velocemente le navi perdute o inagibili, ma ormai si era agli sgoccioli, neanche il continuo arrivo di navi Klingon sembrava bastare per pareggiare la grande la flotta nemica. La cosa più preoccupante era che il Dominio aveva capito tutto ciò! Ormai gli attacchi si susseguivano a distanza di pochi giorni l'uno dall'altro. Alcuni giorni prima un gruppo di sette navi cardassiane aveva colpito una stazione di riparazione Federale, distruggendo cinque delle sette navi sottoposte a riparazione.
"Non possiamo vincere così" sussurrò amaramente Sisko proprio mentre il maggiore Kyra entrava nel suo ufficio. "L'attacco è terminato capitano - esordì il maggiore - non abbiamo perso nessuna nave, la USS Columbia ha dovuto espellere il nucleo curvatura, ho già inviato un runabout per rimorchiarla fino alla stazione, abbiamo contato almeno sei navi cardassiane e due Jem'Hadar distrutte. La stazione non ha subito gravi danni, il capo O'Brien è già al lavoro". "Grazie maggiore, mi informi quando le riparazioni saranno effettuate".
Sisko seguì con lo sguardo Kyra mentre usciva dal suo ufficio, aveva mantenuto un'espressione dura per tutto il tempo, non voleva che l'equipaggio potesse scorgere in lui delle preoccupazioni. Prese in mano la sua palla da baseball e ci giocò per alcuni secondi. Il segnalatore di chiamata suonò due volte; Sisko, che era immerso nei suoi pensieri, si spaventò e fece cadere la sua preziosa palla. "Avanti" disse il capitano piegandosi per prendere il suo prezioso portafortuna. Dalla porta entrò Bashir con i rapporti medici, non disse niente, divertito dalla scena del suo capitano goffamente piegato che inseguiva una pallina. La palla finalmente si fermò in un angolo, Sisko la prese e si alzò lentamente trovandosi davanti ad un incisione della parete che aveva visto mille volte, ma che non aveva mai guardato veramente. Si girò di scatto verso Bashir, con un cenno della mano bloccò sul nascere il noioso rapporto che il medico stava per fargli, si diresse verso la sua scrivania, schiacciò un pulsante e disse: "Dax, mettimi in comunicazione con la Flotta Stellare" poi si girò verso il dottore, "mi scusi per un attimo, la richiamerò io".
Mentre Bashir usciva senza sapere esattamente cosa stava succedendo, Sisko si diresse ancora verso quella strana incisione: raffigurava la sua stazione ancora sotto il controllo cardassiano con di lato, quasi nascosta nell'oscurità, la sua gemella, Empok Nor.

Gli ufficiali erano tutti riuniti nella piccola sala quando Sisko fece il suo ingresso, alcuni avevano uno strano sguardo e impugnavano dei datapad con scritti i loro nuovi assegnamenti. "La Flotta ha fatto le cose più in fretta di quanto immaginassi" pensò il capitano. "Buongiorno signori" iniziò il capitano sperando di non essere interrotto prima di arrivare al punto cruciale dell'assemblea, ma le sue speranze svanirono subito.
"Perché la Flotta mi vuole mandare via signore?" era la voce di O'Brien, guardandolo Sisko vide che il suo capo ingegnere era rosso in volto e gesticolava innervosito. "Si calmi capo, le nuove assegnazioni sono solo provvisorie, e sono stato io a chiederle", Sisko attese con calma che tutti capissero bene la sua ultima affermazione e poi riprese la parola "il comando di Deep Space Nine passa al maggiore Kyra. Toccherà a lei scegliere dei rimpiazzi per i posti che noi lasceremo vuotià chiaramente, siccome Bajor ha firmato un patto di non aggressione con il Dominio ufficialmente sarà Dax al comando, e tutti i nuovi rincalzi dovranno essere ufficiali della Flotta."
Sisko attese qualche reazione dai suoi ufficiali, ma nessuno parlò. "Quelli di voi che hanno avuto un ordine di trasferimento dovranno aspettare l'arrivo del convoglio Omega, scortato dall'Enterprise". "Verremo assegnati all'Enterprise signore?" era ancora O'Brien, i suoi occhi luccicavano all'idea di imbarcarsi di nuovo coi suoi vecchi compagni. "No capo, l'Enterprise ci porterà solo sul luogo della nostra missione, al suo fianco ci sarà anche la Defiant, di cui Worf prenderà il comando. La nostra destinazione è Empok Nor, il nostro compito è di renderla di nuovo operativa per poterla usare come avamposto nella guerra. La Flotta ha deciso che le perdite sono troppo elevate, è giunto il momento di prepararsi ad un attacco contro Cardassia!" Il silenzio scese nella saletta, "l'hanno presa abbastanza bene" pensò Sisko, "o forse non hanno ancora capito a cosa stiamo andando incontro.."

 Il convoglio Omega arrivò alla stazione dopo due giorni, alle navi non fu permesso di attraccare ne all'equipaggio di sbarcare. La missione doveva rimanere segreta almeno per un po', almeno fino a quando Empok Nor non fosse stata operativa. La precedenza sarebbe andata ai sistemi difensivi, i sistemi di supporto vitale potevano aspettare considerando che tutto l'anello abitativo sarebbe rimasto vuoto e che l'ossigeno e il calore nelle zone utilizzate potevano essere ottenuti grazie a dei generatori portatili. L'Enterprise e i carghi non si sarebbero mossi da Deep Space Nine, il trasposto del personale e delle apparecchiature sarebbe stato compito della Defiant e di alcuni caccia Klingon, che con l'utilizzo dell'occultamento non avrebbero insospettito più di tanto il Dominio.
Mentre ripensava mentalmente a tutto questo, Sisko rilesse gli ordini ufficiali della Flotta e si concesse un sorriso. Nessuna spia del Dominio avrebbe potuto scoprire niente entrando nella banca dati della stazione, lui e gli altri membri dell'equipaggio risultavano trasferiti in altre stazioni o navi non impiegate nel conflitto, con la scusa di essere sospettati come spie del Dominio, la Defiant risultava pesantemente danneggiata e inviata in un cantiere sperduto dall'altra parte della Federazione per le riparazioni, l'Enterprise doveva prendere il posto della Defiant e i cargo erano normali rifornimenti di cibo e armamenti per la stazione. "Tutto perfetto" disse mormorando il capitano; aveva raccolto tutto il necessario e firmato gli ordini di trasferimento, per un momento pensò di lasciare la sua pallina portafortuna lì sulla scrivania, ma tutti sapevano che non se ne sarebbe mai separato e poi gli serviva un po' di fortuna in questa missione. Prese la palla da baseball e la infilò nella sua sacca, guardò per un ultima volta il suo ufficio e ne uscì in silenzio, era la seconda volta che abbandonava la sua stazione, ma almeno questa volta non la lasciava in mano al nemico.

 "Capitano in plancia" disse Nog a gran voce mettendosi sull'attenti. Sisko accennò un sorriso al ragazzo Ferengi e guardando Worf intento ad alzarsi dalla poltrona del capitano esclamò con tono allegro "resti pure seduto signor Worf, è lei il capitano della nave adesso, io sono solo un passeggero e spero proprio di non dover prendere nessuna decisione durante questo viaggio". Il tono spensierato di Sisko abbassò incredibilmente la tensione che si era formata sulla nave.
La Defiant si mise in rotta verso il centro del territorio federale, arrivati ad una distanza di dieci anni luce da Deep Space Nine la nave si occultò e ritornò sui suoi passi, ripassò la stazione e si diresse verso Empok Nor. Il viaggio durò molto, dato che la Defiant mantenne una velocità inferiore a curvatura due per tutto il tragitto in cui rimase occultata, perché, come avevano da poco scoperto grazie all'ingegnere Romulano che aveva montato il sistema di occultamento , una nave occultata che viaggiava a curvatura elevata lasciava una traccia riconoscibile nel sub-spazio, e sarebbe stato un rischio inutile farsi scoprire così presto.
Arrivata a destinazione la Defiant attraccò ad uno dei piloni superiori rimanendo sempre occultata, il personale e il carico vennero scaricati a mano, una precauzione forse un po' eccessiva pensò O'Brien, visto che non c'era traccia di navi nemiche che potessero individuare i raggi teletrasporto, la Defiant non poteva usare i teletrasporti in fase di occultamento, ma sarebbe stato molto meno faticoso riparare i teletrasporti della stazione e usare quelli per prelevare il carico. Ma Sisko era stato irremovibile su questo punto ordinando che tutti gli spostamenti di personale e materiale da o per la Defiant sia qui che su Deep Space Nine dovevano essere attuati senza teletrasporto.
Le operazioni di sbarco presero più tempo del previsto, molte delle porte da attraversare risultarono bloccate e i corridoi troppo ingombrati per permettere di passare agevolmente con gli oggetti più grandi. O'Brien non si concesse neppure un secondo di riposo, ordinò subito un cambio dell'aria nelle zone occupate e in quelle di lavoro, ricordandosi la disastrosa avventura che lo coinvolse la prima volta che mise piede nella stazione, senza però pensare che questa volta non c'erano Cardassiani nel gruppo di lavoro. Il giorno dopo i lavori iniziarono molto presto e con ordine. Sisko aveva ordinato dei turni in modo che i lavori non si sarebbero mai fermati da quel momento fino alla conclusione, ogni squadra riparazioni era scortata da due addetti alla sicurezza, anche questa una precauzione forse eccessiva visto che le guardie Cardassiane erano già state eliminate da Garak tempo prima, ma il capitano non voleva lasciare nulla al caso.

La situazione su Deep Space Nine non era cambiata se non in meglio, il Dominio sembrava del tutto all'oscuro del piano della Flotta e continuava i suoi periodici attacchi, ma la presenza dell'Enterprise nel campo di battaglia sembrava infondere coraggio negli amici e timore nei nemici, inoltre tra i Cardassiani era ben noto che il capitano della nave ammiraglia nemica era un uomo di grande coraggio e resistenza, capace addirittura di resistere alle tremende torture che loro riservavano ai propri nemici. Ben presto fu chiaro anche ai Vorta che la nuova nave non era come tutte le altre, ripetuti tentativi di metterla fuori combattimento erano falliti, il suo comandante sembrava capace di anticipare qualsiasi mossa e di riuscire non solo a proteggere se stesso, ma anche le altre navi in difficoltà, la stazione e il tunnel spaziale.
Anche Picard si era accorto di questa specie di timore riverenziale mostrato dai nemici nei confronti della sua nave e non ci mise molto a sfruttare la situazione. I Jem'Hadar erano creature prive di paure e timori, forse più spietati dei Klingon, ma le forze nemiche erano costituite anche da navi Cardassiane, e sebbene fossero anche loro ottimi guerrieri non erano esenti dai sentimenti e dalle paure. Picard lanciava sempre la sua nave contro le formazioni nemiche a maggioranza Cardassiana, bastavano pochi colpi ben assestati per far credere alle navi di essere il bersaglio di turno e gettare l'equipaggio nel panico., una volta rotta la formazione le altre navi della Flotta avevano gioco facile nel distruggere le navi Cardassiane. Dopo una o due manovre del genere i nemici si trovavano in inferiorità numerica, e il fuoco veniva concentrato sulle navi Jem'Hadar. Con questa tattica vennero respinti due attacchi nemici senza subire perdite ne gravi danni, per la prima volta da quando avevano riconquistato Deep Space Nine le forze federali si sentivano in grado di vincere la guerra, e questo non faceva altro che renderli più forti in battaglia.

Ormai erano passate le due settimane preventivate per la riparazione dei sistemi difensivi di Empok Nor, la Defiant aveva fatto decine di viaggi avanti e indietro tra le due stazioni incontrando solo navi nemiche di passaggio. Adesso Worf aveva ricevuto l'ordine di scortare sette navi Klingon fino ad Empok Nor. Le navi risultavano essere quasi disarmate, "molto strano per delle navi Klingon inviate in zone di guerra" pensò Worf leggendo i suoi ordini, in caso di intercettamento la Defiant avrebbe dovuto uscire immediatamente dall'occultamento e attirare su di se il fuoco, proteggendo le navi fino all'arrivo dell'Enterprise e di altre navi appoggio.
"Sembra un trasporto veramente importante" disse Nog che si era allungato sopra la spalla di Worf per leggere gli ordini. "Guardiamarina, mantenga il suo posto, è compito mio decidere se informare o no l'equipaggio degli ordini ricevuti. Per questa volta non le farò rapporto, ma che non si ripeta ma più". Lo sguardo di Worf spaventò a tal punto il giovane Nog da farlo indietreggiare verso la parete.
Worf si girò verso il visore principale e si concesse un sorriso, gli piaceva esercitare il comando. Poi si riconcentrò sulla sua missione, le navi da scortare erano già in comunicazione con loro, avevano già lasciato intendere che non era permesso loro dichiarare l'origine del loro cargo. Questo innervosì ancora di più il Klingon, non solo non sapeva cosa trasportassero le navi che doveva proteggere, ma non poteva neanche vederle visto che erano rimaste occultate sin dal loro ingresso nello spazio Bajoriano. Ora finalmente era pronto a partire, Sisko gli aveva detto che sarebbe stato il suo ultimo viaggio verso Empok Nor, una volta tornato indietro sarebbe stato riassegnato alla difesa di Deep Space Nine, ciò significava altre battaglie ed altra gloria per lui.

 Il convoglio era arrivato, Sisko si preparò a ricevere i nuovi arrivati, erano tutti tecnici Klingon. Sei delle navi del convoglio attraccarono ai piloni, la settima si portò sull'anello di attracco. Tutte e sette uscirono dall'occultamento rivelando per la prima volta ad occhi estranei la presenza della Federazione vicino ad Empok Nor. Le navi assomigliavano a dei caccia predatori, unica differenza era una grande protuberanza sullo scafo inferiore, la mancanza del tubo lancia siluri e probabilmente anche dei generatori degli scudi.
Le squadre Klingon si misero subito al lavoro rimpiazzando quelle federali, dalla settima nave vennero scaricati dei generatori energetici mentre dalle altre sei vennero solo tirati dei cavi e dei condotti di plasma. Oltre Sisko solo O'Brien sapeva cosa erano venuti a fare i Klingon su quella stazione, un piano strampalato e incredibile, come tutta la missione del resto.

I Varta e i Cardassiani rimasero stupiti da quell'insensato attacco della Flotta Spaziale, l'Enterprise e altre tre navi erano andate ad attaccare un piccolo avamposto Cardassiano di nessuna importanza lasciando la loro stazione sguarnita. Un attacco inutile e stupido ai loro occhi, soprattutto perché invece di ritornare in gran fretta al loro posto le navi si erano attardate a trainare delle navi in avaria.
In effetti sembrava proprio così, ma le apparenze a volte ingannano. Solo con un attento esame dei sensori si poteva scoprire che il raggio traente che doveva collegare le navi in realtà era doppio, le navi trainate mandavano un raggio verso le trainanti, un raggio solo luminoso in realtà visto che tutte le navi procedevano a velocità impulso. Le quattro navi trainanti mandavano a loro volta un raggio verso le trainate, ma il raggio in verità passava di poco sotto queste navi e si perdeva nello spazio.
"Ma nessuno può controllare i nostri raggi con i sensori" pensò Picard guardando fuori da una finestra della sua sala tattica, "lo spazio qui intorno è pieno di interferenze elettromagnetiche". Picard si girò verso Sisko e gli porse la mano in segno di saluto: "Ha fatto un buon lavoro capitano, la Defiant la sta aspettando per poterla portare immediatamente alla sua stazione, noi arriveremo tra quattro ore". "Grazie signore". Sisko si fermò un attimo a pensare che adesso erano entrambi dello stesso grado e poi riprese a parlare "ho saputo che anche voi vi siete fatti rispettare là fuori, gran bella nave la suaà capitano Picard". "Può chiamarmi Jean-Luc adesso" "E tu puoi chiamarmi Ben". Sisko uscì dalla stanza e si diresse verso la sala teletrasporto, "ironica la vita" pensò, solo qualche anno fa avrebbe voluto uccidere quell'uomo perché colpevole della morte di sua moglie, adesso lo chiamava per nome ed era anche felice che lui fosse lì con la sua nave a proteggere i suoi amici.

 Era tutto pronto da più di tre giorni ormai, l'Enterprise era ancora assegnata al settore di Deep Space Nine, ma tutto il personale trasferito settimane prima adesso era tornato al suo posto. Sisko e Picard avevano organizzato degli attacchi nel territorio Cardassiano allo scopo di innervosire i nemici e forzarli ad un attacco in massa, adesso erano pronti a riceverli e avevano un piccolo asso nella manica. Per la base erano incominciate a girare strane voci su un'arma segreta della Federazione, sebbene la Flotta ufficialmente smentisse queste voci le lasciava girare e a volte le alimentava anche, senza mai rivelarne la vera natura dell'arma segreta. Agli occhi del comando queste voci non facevano altro che aumentare il nervosismo nemico, costringendolo a qualche mossa azzardata.
L'attesa finì proprio quel giorno, un messaggio di Martok mise in allarme tutta la flotta, la sua nave aveva avvistato i nemici in rapida avanzata. Tutte le navi da guerra del Dominio e gran parte della flotta Cardassiana si dirigevano a curvatura otto verso Deep Space Nine, le difese della base erano schierate principalmente tra la stazione e il tunnel, coprendo in pratica ogni spiraglio e impedendo ai nemici di accerchiare le navi.
Quando la battaglia iniziò alcune navi Klingon uscirono dall'occultamento sul fianco sinistro della flotta nemica, questa mossa sbilanciò per un attimo lo schieramento Cardassiano che si ritrovò da un lato bloccato dalle navi alleate del Dominio e dall'altro sotto il fuoco nemico. Dopo alcuni momenti di panico le unità Cardassiane incominciarono una lunga e impacciata manovra per girarsi verso i nemici, i Klingon continuavano ad entrare e uscire dall'occultamento scaricando contro le navi nemiche tutte le loro armi. Una volta riposizionate le navi Cardassiane sostennero l'attacco dei falchi da guerra, il fattore sorpresa era terminato e ai Klingon non rimaneva che unirsi al resto della flotta.
La resistenza Cardassiana fu incredibilmente efficace, solo un paio di navi nemiche furono distrutte e adesso la linea difensiva di Deep Space Nine era sbilanciata verso destra, lasciando libero un piccolo passaggio sulla sinistra che portava direttamente al tunnel spaziale, ora sguarnito. Le navi Jem'Hadar si diressero immediatamente da quella parte, avendo come unico scopo quello di liberare la strada ai loro rinforzi.
Quando ormai la flotta federale sembrava tagliata fuori un grande volume di fuoco investì le navi del Dominio, come dal nulla comparve una seconda base spaziale proprio di fronte al tunnel spaziale, due navi da guerra Jem'Hadar vennero spazzare via prima ancora di sapere cosa stava accadendo. In breve tempo le navi nemiche si trovarono circondate da tutti i lati, l'Enterprise quasi da sola stava distruggendo la flotta Cardassiana mentre la Defiant rimaneva a difesa di Deep Space Nine. I Jem'Hadar ormai in trappola concentrarono il loro fuoco sulla nuova base spaziale, rimasta senza difese perché tutte le navi erano a protezione della base federale. Subito dopo i primi colpi la struttura di Empok Nor incominciò a cedere e i colpi nemici diventarono più intensi. Facendo così però lasciarono completamente scoperto il lato in cui erano situate le navi della Flotta Stellare che incominciarono a distruggere liberamente tutte le navi nemiche a portata di tiro.
Ormai decimata la flotta Cardassiana incominciò una scombinata ritirata e l'Enterprise poté aggiungersi alla Defiant nella decimazione delle navi Jem'Hadar. Queste ultime ormai intrappolate iniziarono operazioni suicida contro Empok Nor, bastarono solo tre navi e la stazione esplose con un grande boato. Con una via ormai libera le navi del Dominio scapparono al massimo della velocità curvatura verso il territorio Cardassiano. La battaglia era finita, la Defiant e l'Enterprise insieme ad altre navi inseguirono i nemici fino al confine dello spazio Bajoriano riuscendo a distruggere un altro paio di navi, la flotta nemica era stata più che dimezzata mentre le perdite federali erano contenute, se si escludeva la distruzione di Empok Nor.

"Vuole dire che era prevista la perdita della stazione?" tuonò incredulo Worf. Picard prese la parola prima di Sisko e con tono accondiscendente rispose "Signor Worf, a stento riusciamo a fornirvi materiali a sufficienza per riparare questa stazione, come avremmo potuto sostenere la manutenzione di un'altra base?" "Considerando che lei in ogni azione riduce la sua nave a un colabrodo" aggiunse ridendo Riker. Nog rise rumorosamente a queste parole e venne zittito dal penetrante sguardo di Worf.
Nella passeggiata di Deep Space Nine si stava svolgendo una grande festa, la vittoria del giorno prima era stata veramente schiacciante e sarebbero passate molte settimane prima che il Dominio potesse risuperare i suoi confini. Guardando fuori dalla vetrata panoramica Sisko cercava di immaginarsi come sarebbe potuto continuare il conflitto se Empok Nor non fosse esplosa. La sua riparazione era stata fatta a tempo di record, se avessero avuto un po' di giorni in più avrebbero anche potuto montargli degli scudi nuovi. E il finto guasto alle navi proprio vicino alla stazione era stato un vero colpo di genio, erano riusciti a trasportare la stazione occultata dai campi creati dalle sei navi Klingon praticamente inosservati.
Poco male comunque, la base era quasi deserta all'inizio della battaglia, e al momento dell'esplosione tutto il personale era stato evacuato. Inoltre così il Dominio non avrebbe mai scoperto che i sei dispositivi di occultamento che avevano nascosto Empok Nor e che erano stati trasportati dai Klingon in realtà erano stati fabbricati dai Romulani.
"Si" disse Sisko con un filo di voce, "il Dominio ha le ore contate nel quadrante Alpha!".